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venerdì 06 dicembre 2024

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Crisi o possibilità?

di Federica Giusti - venerdì 07 agosto 2020 ore 07:28

“Molto spesso una crisi

è tutt’altro che folle,

è un eccesso di lucidità”

(La Crisi, Bluvertigo)

Siamo spesso portati ad associare la parola crisi all’economia. Negli ultimi anni, dal 2009 in poi, ne abbiamo attraversati di momenti bui sul piano economico. Io vivo a Pontedera, città nota per la presenza della Piaggio. Quante volte abbiamo temuto il peggio per questa grande industria? Quante volte la parola crisi è apparsa sui giornali insieme al nome “Piaggio”? Molte. Troppe. Non sono un’economista, e non voglio scendere in dettagli, non ne sarei capace…dico solo che siamo portati a vedere la parola crisi solo come qualcosa di negativo.

Molti anni fa, ho deciso di tatuarmi sul dito la parola κρίσις, crisi scritto in greco. L’ho fatto perché le crisi ci attraversano ogni giorno, da sempre, e ci mettono a dura prova, ci annientano, ci destabilizzano, ci fanno perdere la via maestra.

In fin dei conti si può crescere senza attraversare momenti di crisi? La risposta è semplice: no! Lo viviamo sulla nostra pelle, lo vediamo ogni giorno, ma, se questo non dovesse bastare, la Letteratura Psicologica ce lo conferma. Studiando la Psicologia dell’Età Evolutiva, possiamo vedere come ogni tappa di sviluppo, da Piaget a Bowlby, in qualche modo, viene raggiunta quando quella precedente entra in crisi e non ci permette di soddisfare i nostri nuovi bisogni. Come a dire che siamo spinti dall’insoddisfazione.

Potreste credere che le crisi che attraversiamo nella vita adulta siano molto più profonde e pervasive, più complesse da superare. Che cosa possono avere in comune il raggiungimento delle normali tappe evolutive con le crisi della vita da adulti?

Proviamo a concentrarci sul sostantivo crisi. Esso deriva dal greco krísis, che significa scelta, decisione. Un’accezione non necessariamente negativa, quindi. La tesi secondo la quale, in cinese, la parola crisi è formata da due simboli che significano l’uno pericolo e l’altro opportunità, sembra superata, ma, a mio avviso, questa doppia e contraddittoria visione della crisi è molto realistica.

Nella vita di ognuno di noi, si possono verificare momenti in cui le cose sembrano cadere a picco, tutto diventa inaspettatamente complesso da gestire e ci sentiamo schiacciati. Il Covid ha sicuramente simboleggiato questo per molti di noi. La crisi può interessare ogni aspetto della nostra vita e può interessare ogni età.

Non è giusto banalizzare, perché ogni situazione, in sé, racchiude un mondo, che è quello della soggettività, della propria storia, del proprio vissuto. E non voglio nemmeno osannare i momenti difficili, perché questi sono comunque momenti di grande sofferenza e dolore. Quando viviamo una crisi, qualunque tipo di crisi, finiamo con il dover rompere drasticamente quell’equilibrio che, con immensa fatica, abbiamo conquistato. E questo ci destabilizza. Inevitabilmente.

Ma una cosa è certa: la possibilità di trarre da queste esperienze negative una sorta di maggiore conoscenza di noi, dei nostri limiti e delle nostre risorse. Possiamo, infatti, scoprire che non tutto è finito laddove pensavamo, ma che proprio in quel punto si possono aprire nuovi varchi, nuove strade che ci consentano di crescere. La rottura dell’equilibrio, ci espone al cambiamento, il cambiamento è possibile solo quando riusciamo a pensare a nuove soluzioni, le nuove soluzioni arrivano se si è disposti a sostituire i nostri schemi di pensiero con altri. Insomma, quel circolo vizioso, visibile come una spirale che si stringe sempre di più, senza apparente via d’uscita, lo possiamo trasformare in un circolo virtuoso, una spirale che si apre verso nuove possibilità.

Federica Giusti

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