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sabato 07 dicembre 2024

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Ma alla fine che cosa è e cosa non è la terapia?

di Federica Giusti - venerdì 10 giugno 2022 ore 08:00

Qualche giorno fa parlavo con l’impresario che segue i lavori di demolizione di casa mia, e mi ha colpito una frase che ha detto: “Il problema non sono i lavori da fare, il problema sono le richieste e le pretese, alcune volte, della committenza”. Non vi nego che ho pensato: tutto il mondo è paese! Perché so benissimo che potrebbero, sulla carta, esserci poche affinità tra il suo lavoro e il mio, ma mi ritrovo perfettamente in questo tipo di sentimento.

La terapia è un luogo di crescita, di scoperta, di possibilità di cambiamento e, ovviamente, tutte queste cose non le si possono raggiungere senza impegno, coraggio, determinazione e fatica, talvolta maggiore talvolta minore ma sempre presente. La terapia può servire anche come luogo nel quale sfogarsi e tirare fuori il proprio mondo interno, le proprie preoccupazioni, sogni, desideri, malesseri. Ma per essere terapeutico deve esserci la volontà di cambiare qualcosa, e raramente è un cambiamento esterno. Quel che viene richiesta è la voglia di mettersi in discussione e stare anche un po' scomodi.

Il terapeuta non è un risolutore di problemi a pagamento, per cui non risponde h24 a messaggi del tipo: “Dottoressa cosa posso fare se tizio mi ha detto questo?!”, il terapeuta aiuta la persona che si rivolge a lui a trovare gli strumenti necessari per risolvere, o, quanto meno, affrontare determinate situazioni che la vita ci pone di fronte.

Io utilizzo whatsapp come strumento per lo scambio di informazioni pratiche (orari, indirizzi ecc…) e rimango a disposizione del paziente nel caso in cui ci sia qualche difficoltà nelle situazioni più complesse. Il che, però, non significa che posso rispondere a vocali di 10-20 minuti di aggiornamento tra una seduta e l’altra, perché non serve a niente. Questo non è terapeutico! Le sedute hanno un tempo di 45/60 minuti perché quello è il tempo e lo spazio della terapia. Alla fine vi piacerebbe essere operati a rate? Tra un appuntamento e l’altro? “Ora incido, tra tre ore opero, tra sei magari inizio con i primi punti di sutura”. La considerereste follia, giusto? Ecco, per la psicoterapia non è diverso. Il messaggio può essere utile come aggiornamento rapido, per questo bastano poche righe o un minuto di vocale. Schermate intere o vocali di 10 minuti sono totalmente controproducenti e dannosi, perché vanno a rinforzare l’errato principio che chi chiede è in totale difficoltà e non può fare niente da solo. Beh, sapete cosa vi dico?! Non è vero!!! solo voi potete avere il controllo delle vostre vite, nessun altro! E per fortuna aggiungerei!

Altro aspetto è quello che riguarda il “dovere” di trovare subito un appuntamento. Come ho già più volte detto, non si può cavalcare l’urgenza, non serve a niente, perché, citando Brunori Sas il dolore serve, proprio come serve la felicità. Dobbiamo imparare a gestire anche da soli le nostre difficoltà, perché solo così attiveremo le nostre risorse. Oggi mi è successa una cosa fastidiosa, dolorosa o molto preoccupante, per cui chiamo e prendo appuntamento per quando possibile, nel mentre, cerco di gestirla al meglio delle mie possibilità, consapevole e fiduciosa che già aver preso quell’appuntamento è un gesto di cura e attenzione nei miei confronti.

Il problema è che viviamo in un mondo in cui siamo spinti a volere tutto e subito. Sembra non esserci più la pazienza di aspettare, di accogliere il dolore, il malessere, vogliamo sradicarlo immediatamente, anzi, vogliamo che qualcuno lo sradichi immediatamente al posto nostro, senza durare fatica, semplicemente delegando. Ma non funziona così...

Federica Giusti

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