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sabato 07 dicembre 2024

SORRIDENDO — il Blog di Nicola Belcari

Nicola Belcari

Ex prof. di Lettere e di Storia dell’arte, ex bibliotecario; ex giovane, ex sano come un pesce; dilettante di pittura e composizione artistica, giocatore di dama, con la passione per gli scacchi; amante della parola scritta

L'oca farcita (della stupidità e oltre)

di Nicola Belcari - domenica 06 febbraio 2022 ore 07:30

L’inizio disastroso del millennio deve indurci a sperare che non ne segni interamente il corso nel proseguo (con sventure che ne potrebbero divenire caratteristica) e che si limiti ormai al quarto di secolo, dal momento che non è stato possibile confinare né a un anno né a un decennio la serie di eventi negativi. 

Dalle torri gemelle al virus (a cui è stato permesso di fare il giro del mondo). Nelle catastrofi non sono mancati errori misti a delinquenza o condotte criminali. Dal crollo del Ponte di Genova alla funivia del Mottarone.

Non ci si riferisce alle solite catastrofi provocate dall’uomo: disastri industriali, ferroviari, sversamenti di petrolio, naufragi tragici (e alcuni pure assurdi), eventi naturali in parte dovuti all’azione umana in senso lato (cicloni e simili), incendi dolosi, inquinamento cronico, incessante e grave, e, soprattutto, la minaccia in prospettiva del riscaldamento globale e delle sue conseguenze, tutte calamità e sconvolgimenti mai passati di moda, ma piuttosto alla stupidità che sembra trionfare nella vita quotidiana e che solo talvolta assurge a grande evento (e a cui contribuisce solo in parte).

Nel regno della stupidità la corruzione dilaga.

Non vorremmo che questo ventunesimo passasse alla storia come il secolo della stupidità con il consesso umano ridotto all’aspetto di un manicomio. Un enorme complesso formato da edifici per cure mentali, scuole, caserme, uffici, aziende, ecc. a somiglianza dei padiglioni dei villaggi ospedalieri.

Un secolo può aver primeggiato per l’ignoranza (nell’Alto Medioevo, per dire), un altro per la crudeltà e la ferocia (e per questo primato si candida anche il ventesimo, nonostante le due cifre dell’era cristiana che farebbero pensare a progresso e civiltà) e ora sarà, sarebbe, potrebbe essere il turno della stupidità? Il nostro d’inizio millennio, il tempo degli stolti?

Non è la follia, in una delle sue accezioni, elogiata da Erasmo, non è la pazzia “segno” divino o rivelatrice di verità. Né quella a capo e a causa dei vizi, e a loro guida. È invece la banale sciocchezza (che sembra trionfare).

Non è la follia di chi ha perduto la ragione. Ed era espulso dalla città, abbandonato al viaggio senza meta della nave dei folli, il “battello ubriaco” che solca “i fiumi della Renania e i canali fiamminghi” (M. Foucault). La nave stultifera raccontata da S. Brant e disegnata dai pittori, in particolare Bosch; nel suo quadro un navigante si arrampica sul palo, l’albero della barca, per prendere un’oca farcita, l’oca, a dispetto di una simbologia favorevole, popolarmente associata alla stupidità.

Non è la follia svelatrice dell’inconsistenza di ciò che inorgoglisce l’Uomo, portatrice di un sapere oscuro. Né quella di don Chisciotte o di re Lear. Speriamo altresì non sia la sua (della follia) “la sorda invasione a indicare che il mondo è vicino alla sua ultima catastrofe” (M. Foucault).

La stupidità secondo il saggista si caratterizza per arrecare danno senza portare un utile a chi la mette in atto, ma in sé, anche quando non si concretizza in comportamenti ed è mediocrità di pensiero, modeste capacità intellettive, ecc. si riflette nel vivere comune, comunque.

Se gli stupidi sono pochi, i mediocri sono la maggioranza (senza coincidenze con gli svantaggi culturali e sociali) sempre, in tutte le epoche (quasi per definizione), ma l’era della stupidità è solo quella in cui ottengono i posti migliori e ricoprono ruoli di comando i peggiori, i meno intelligenti.

Stupidità è un’iperbole, una esagerazione per evidenziare un fenomeno di scadimento della qualità delle classi dirigenti, di coloro che dovrebbero emergere e distinguersi dal “volgo”, gli egregi (fuori dal gregge). La musica popolare, la letteratura, il cinema, ecc. producono opere d’arte come eccezione o casi sporadici, non più in modo diffuso. Si tratta perciò di una “crisi”, della decadenza di un momento storico, almeno rispetto ai tempi che l’hanno preceduto.

A questo impoverimento ha lavorato senza risparmio di energie, sul fronte principale e ai fianchi, per decenni, la tivvù, con un impegno degno di miglior causa, su tutti i canali, su tutte le reti, giorno e notte. Per una sorta di nemesi però è la stessa tivvù che ha creato personaggi e miti fasulli a mostrarcene i limiti. Dirigenti a vario titolo, leader politici, giornalisti opinionisti, uomini di spettacolo, ecc. sono in primo piano e osservabili nel dettaglio per come sono e la loro dappocaggine e insufficienza (quanto meno di tanti) è sotto gli occhi di tutti.

E purtroppo anche la stupidità è contagiosa (se le difese immunitarie sono scarse).

Nicola Belcari

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P.S. E io posso sottrarmi? Come figlio del suo tempo(questo)? Come figlio di un altro tempo (passato)? Con le debolezze mie proprie?

Nicola Belcari

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