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lunedì 04 novembre 2024

VIGNAIOLI E VINI — il Blog di Nadio Stronchi

Nadio Stronchi

Nadio Stronchi, autore di “Vignaioli e vini della Val di Cornia e Isola d’Elba”, è un appassionato cultore di vini e, più in generale, di mondo agricolo. Bibliofilo e instancabile ricercatore è stato promotore di attività enoiche dentro la storia locale Val di Cornia, Toscana

Vino, simbolo coreografico e etnografico

di Nadio Stronchi - giovedì 12 ottobre 2023 ore 09:00

Un uomo primitivo trova una vite selvatica e ne coglie il grappolo; Lo mangia, lo spreme e offre il succo agli altri. Un atto che rimane impresso nella mente di tutti i presenti. In seguito usa il grappolo- simbolo dell’uva e del succo per relazionare con gli altri; Il simbolo riconoscibile è mezzo per armonizzare i rapporti. Disegna su di una pietra liscia la forma del grappolo per convincere gli altri a cercarne. La soluzione successiva fu realizzare una ciotola per metterci il succo di uva che presto diverrà del succo fermentato che si chiamerà vino. Dalla ciotola a un recipiente più raffinato e infine una bottiglia. Col tempo fu necessario riconoscere chi aveva fatto il succo e il vino. Sulla bottiglia fu necessario disegnare il grappolo con le iniziali del creatore del vino. Da qui occorreva un calice degno della personalizzazione del vino: un calice raffinato, anch’esso con i simboli del vino e della bottiglia. Questi simboli furono di appartenenza a tribù, popoli, re e principi e anche più importanti come l’appartenenza a una religione, per esempio: a quella Cristiana con il Calice dell’ Alleanza con il quale Gesù Cristo faceva la Comunione per Dio, suo Padre, usando del vino come suo sangue con gli altri fedeli. Il Calice divenuto simbolo universale. Il Calice, o i calici presenti sui tavoli di pagani e religiosi.

Con altro tempo il vino ha assunto altri simboli correlati aggiungendo stemmi di nobili casati, di grandi proprietari e infine di piccoli proprietari o commercianti. I simboli si sono moltiplicati sia sulle botti, sulle bottiglie e sulle etichette con il nome del vino, delle uve, dell’azienda produttrice, del podere o fattoria, e del vigneto singolo. Il tutto riconducibile al luogo legato alla storia e alla morfologia del territorio; Perfino ad un fiume o a un torrente

Alcune aziende hanno apportato dei simboli sulla etichetta del vino che sono opere d’arte come pitture e vari disegni che rimangono impressi e proprio per questi motovi si riconoscono tra migliaia di altri simboli. Il simbolo è importante, ma il vino lo è di più.

Vino degustato: “UNLITRO” 2021, IGT, fatto nel Comune di Roccatederighi Grosseto. Bottiglia di forma diversa dalla bordolese, perché e della capienza è di un litro. I proprietari dell’azienda sono la famiglia Foradori del Trentino.

Colore: rosso rubino con riflessi aranciati. Olfatto: fine e fruttato di ciliegia. Gusto: Vinoso, fruttato, leggermente astringente. Posso aggiungere che è un vino senza difetti, ma fatto alla con qualche tocco del passato.

Nadio Stronchi

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