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martedì 15 ottobre 2024

VIGNAIOLI E VINI — il Blog di Nadio Stronchi

Nadio Stronchi

Nadio Stronchi, autore di “Vignaioli e vini della Val di Cornia e Isola d’Elba”, è un appassionato cultore di vini e, più in generale, di mondo agricolo. Bibliofilo e instancabile ricercatore è stato promotore di attività enoiche dentro la storia locale Val di Cornia, Toscana

​Gli enologi? Ci vogliono! Ma...!

di Nadio Stronchi - mercoledì 21 agosto 2024 ore 08:00

Anche l’equilibrio enoico ci vorrebbe.

Come tutte le categorie, più o meno professionali, anche gli enologi (molto professionali) tendono a essere corporativi? Si! I loro compensi sono determinati anche dalla quantità di vini prodotti. E’ cosa giusta? Certo! Ma, la dice lunga. La dice lunga anche ogni anno quando si arriva vicino alle vendemmie, e dove ci sono difficoltà con il clima, argomentare come finirà il risultato del vino ottenuto non è facile. E’ una difficoltà che è sempre esistita; Però, nei luoghi dove il sole batte con violenza sulle uve per molti giorni senza interruzione è come tenere sulla gratella qualcosa da cuocere, in questo caso le uve troppo esposte ai raggi solari. 

Gli enologi, però, vogliono scongiurare l’appassimento delle uve, come: usando vitigni con maturazione tardiva. Secondo che luoghi non è sufficiente, allora alleggerendo la vite dal troppo fogliame: la si fa togliendo le foglie dalla parte meno esposta al sole per arieggiare il frutto uva e tenendo riparata la parte critica. Non so se queste operazioni le fanno tutti i produttori e tutti gli enologi, ma da quel che leggo sulle interviste fatte da giornali locali, mi pare che queste verità non vengono esplicitate in modo ampio e chiaro. 

Il VINO VERITAS? 

Sembra che nel contesto enoico ci sia qualche soggetto che lo metta in dubbio. Può darsi. Sai com’è in tutte le corporazioni si tende a dimostrare che tutto va bene o tutto va male. Ormai, però, sono molti anni, che in certe zone vinose si produce vini molto alti di gradazione alcolica, (14%-15% gradi, e questo fatto non è segno di equilibrio. Qualcuno dice che sarebbe ora di fare vigneti a tendone. Ricordo, prima del 1980, c’era un’azienda vinicola in Val di Cornia, in Suvereto (loc. Tabarò) che aveva i vigneti di uve di Montepulciano d’Abruzzo a tendone, e mi ricordo che era un vino corposo e molto profumato, dalle potenzialità eccezionali; Così mi disse Luigi Veronelli, ricordo anche che eravamo alle prime “armi” enologiche. Come si faceva a non credergli. Già da anni, i sesti d’impianto a tendone non sono previsti nelle DOC del Val di Cornia. 

Ora, il dibattito sul sole “diretto sulle uve” si sta allargando, ma le scelte sulla vitivinicoltura fatte da tempo sono state molto istintive verso guadagni facili ( per la verità non tutti) e sappiamo come i cicli viticoli siano lunghi e molto difficoltosi nel dover cambiare disciplinari di produzione. Alla fine vinceranno i produttori più facoltosi (meno male) che troveranno la soluzione, costosa, ma la troveranno e nel futuro ci saranno pochissimi vini eccellenti e altri vini di svariate sfumature organolettiche, ma speriamo anche non di gradazioni altissime e di costi moderati. Il tutto per riassumere che anche quest’anno le VENDEMMIE saranno determinate non dall’acqua, quella in qualche modo c’è, ma da chi avrà “tamponato” il sole con equilibrio proteggendo le uve. Qui sotto ci sono delle statistiche di temperature alte periodiche che ci danno una idea delle difficoltà che creano alla vitivinicoltura.

Più approfondisci il contesto enoico territoriale, più è tutto un susseguirsi di nuove esigenze tecniche con nuove strategie di medio e lungo periodo che interessano tutti i produttori di vini. E’ sufficiente la qualità dei terreni, delle viti, del luogo di una cantina attrezzatissima? No! Per fare giostrare tutto con efficienza ci vuole l’energia. Quella che c’è? E’ sufficiente? No! Quanto costa? Molto! L’energia può venire da una centrale nucleare, pannelli solari, torri eoliche Si! Ma, quando vengono proposte, subito nascono comitati contro. Io penso che se il futuro del mondo produttivo rurale dovrà fare i conti con il troppo calore e la poca acqua, si potrà rimediare con strutture verticali alimentate da energia. 

Se, invece, anche in Toscana, si diventa “prigionieri” degli ambientalisti radicali i quali accettano un’agricoltura-viticoltura fatta di correzioni chimiche e non di trasformazioni efficienti, allora ci converrebbe riprendere la zappa, pigiare l’uva con i piedi, bere vino genuino ma difettoso. In questo momento, in Maremma enoica ci troviamo a fare vini di 15%gradi di alcool, perché le uve, in certe occasioni, sono cotte dal sole (non tutte per la verità) ma in larga parte molte. In questi giorni ho degustato un vino DOCG di Suvereto, Merlot 2021, con gradazione alcoolica di 15%vol. Non dico il nome dell’azienda per non fargli un danno professionale e economico. Il vino non è difettoso ma…! Eppure c’è a chi piace così come giusto che sia.

Ecco la mia impressione organolettica: Colore: rosso granato intenso. Olfatto: molto etereo, penetrante, con sentori di frutti neri appassiti: Ciliegia, lampone, mirtillo. Gusto: caldo, intenso, si ripete il fruttato e una sensazione finale “bruciante”.

Nadio Stronchi

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