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martedì 19 marzo 2024

TURBATIVE — il Blog di Franco Bonciani

Franco Bonciani

Franco Bonciani, fiorentino, tecnico, docente e dirigente sportivo, gestore di impianti natatori. Con uno sguardo attento e scanzonato su quello che gli succede attorno

Il mio primo Gay Pride

di Franco Bonciani - lunedì 18 giugno 2018 ore 09:59

“Mio fratello il 16 giugno va al Toscana Pride di Siena. E’ il suo compleanno e l’abbiamo sempre passato insieme: mi farebbe piacere andarci. Che ne dici?”.

“Certo, perché no? Ci andiamo”.

Succedeva qualche mese fa, affari di famiglia, la mia compagna che mi chiedeva di festeggiare il compleanno di suo fratello in quel modo. E lo abbiamo festeggiato così.

Ho 59 anni da pochi giorni e non sono convinto che avrei dato la stessa risposta qualche tempo fa, serenamente e senza tentennamenti.

Sono cresciuto in una famiglia di sinistra, nonni, genitori, fratelli, ma essere di sinistra non era abbastanza per certe cose. Ho vissuto in Italia, dove alcune scelte sono difficili da accettare. Hai voglia di pensare a Che Guevara e Berlinguer quando si tratta di sesso, pregiudizi e paura di gente che tu pensi sia diversa da te, se fai le battute, se, se, se…

Magari, se ci ragioni sopra e non sei proprio irrecuperabile, pensi anche a Lucio Dalla, a Freddie Mercury, a Donatello, a Michelangelo, Elton John, Giorgio Armani e a tantissimi altri che ti hanno fatto compagnia, aiutato a crescere, a capire, beh…

“Ma che c’è bisogno di travestirsi e fare tutti quei versi? Oh, a me che mi piacciono le donne 'un mi viene mica da andare in giro in quella maniera!”: in passato ho pensato anche questo, quando tentavo di trovare un alibi accettabile per mantenere la distanza nei confronti dei gay, soprattutto per l’omosessualità maschile (che quella femminile mi provocava minori imbarazzi) e di manifestazioni come il Gay Pride.

Poi vedi quello che succede ancora oggi se si viene scoperti omosessuali in troppe parti del mondo, come è stato trattato il compagno di Lucio Dalla dopo la sua morte. Oppure ti ritrovi uno come Fontana ministro per la famiglia in questo nuovo governo. Senti o leggi ancora certi commenti, certi apprezzamenti su alte qualità professionali conditi in maniera perfida da un “pensa, è gay ma…”, come se orientamenti sessuali individuali dovessero pesare sulla valutazione di un medico, di un artista, di un politico o di un muratore. Magari di un campione di sport. Senti gente che inizia un discorso con "premetto che ho parecchi amici omosessuali...". E allora pensi che il Pride abbia un suo perché. 

Andiamo a Siena, andiamo a partecipare. Con mio cognato e non solo per lui. Non solo per il mondo LGBT.

Ti aspetti un festival della provocazione perché nelle immagini che avevi visto finora in rete, sui giornali o in Tv hanno sempre mostrato travestimenti e drag queen esagerate. Invece ti rendi conto che sì, qualcuno “estremo” c’è, ma la maggior parte dei presenti sono vestiti come te, non regnano le esagerazioni. Anzi, per dirla tutta, dopo aver visto cosa c’era in giro per Firenze durante Pitti Uomo, certi travestimenti qui a Siena mi sembrano un inno alla sobrietà.

Siamo tanti, e sono tantissimi gli etero, che partecipano convinti che al primo posto, in una società civile, ci sia la parità: di doveri e di diritti, senza discriminazioni.

Parecchi sono i giovani, era tanto che non ne vedevo un numero del genere tutto insieme, specie in politica, dove alle riunioni a cui ho partecipato mi son sempre sentito poco più di un ragazzo vista l’età media degli altri. Qui invece ci sono ragazze e ragazzi con belle facce pulite, colori, cartelli, slogan garbati e sorrisi. Sguardi intelligenti che emanano ideali, e non solo sulla questione LGBT. Mi piace pensare che in Italia ci sia qualche speranza di ripartire.

Vedi le famiglie arcobaleno (esistono, caro ministro Fontana, caro Papa Francesco, eccome se esistono) e ti viene da commuoverti quando nel trenino allestito per portarli in giro fra le Contrade osservi quei bambini con due mamme o due babbi, splendidi tutti. Io ho tre figli, qualche dubbio su cosa sia giusto e naturale l’ho avuto ma se do uno sguardo a questo presente preferisco chi condivide amore a chi divide e aizza con odio, rancore e razzismo. Vedo gioia intorno a me, e non capisco come questo possa, per qualcuno, rappresentare l’orrore.

L’orrore sta nei bambini abbandonati o stuprati, che muoiono di fame e di disinteresse: questi figli arcobaleno sono circondati dall’amore di chi li ha desiderati e se ne prende cura, difficile non pensare a quanto siano fortunati. Senza togliere niente ai figli di altri.

Vedi sfilare il gruppo dei genitori, parenti e amici di omosessuali: “Noi dovremmo stare lì” penso, e stringo più forte la mano della mia compagna.

Cammini nel corteo per le vie di Siena, dai balconi e dalle finestre qualcuno si affaccia e sorride. Guarda i colori, ascolta la musica e i canti, saluta, gli viene risposto con un sorriso che parte dagli occhi.

Ed io nel mezzo guardo, capisco, partecipo. Finalmente senza imbarazzi. Libero.

Franco Bonciani

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