Sono un eroe e coltivo vigneti
di Blue Lama - domenica 14 aprile 2024 ore 00:05
I muretti a secco di forma semicircolare appaiono all'improvviso, dopo una serie di curve, sulla strada che dal Parco nazionale di Timanfaya porta a La Geria. Il paesaggio di Lanzarote, già magnifico, cambia di colpo e, guardando meglio, si resta sbigottiti: all'interno di ognuno di quei piccoli recinti di pietra lavica costruiti controvento c'è un incavo e al centro dell'incavo una pianta di vite. Una sola, di un verde brillante contro il nero opaco del suolo vulcanico.
Sarà che sono toscana e quindi avvezza agli sterminati vigneti delle colline del Chianti e del Brunello, migliaia e migliaia di viti schierate su filari estesi per decine di chilometri... ma tutto quel lavoro per piantare, far crescere e far fruttare una sola pianta di vite per volta mi è sembrato un'impresa straordinaria. E lo è.
I vigneti di Lanzarote, la più settentrionale delle sette isole delle Canarie, rientrano a pieno titolo nelle coltivazioni definite eroiche ovvero praticate in condizioni proibitive, su terreni con pendenza superiore al 30% o terrazzati, situati ad altitudini superiori ai 500 metri oppure, come in questo caso, su un'isola oceanica che una terrificante eruzione iniziata il primo settembre 1730 e durata sei anni ha trasformato in un'immensa distesa di lava e di cenere solidificata, costellata da 140 coni vulcanici.
Anche in Italia ci sono vigneti eroici, come quelli delle Cinque Terre o della Valtellina. Ma qui a Lanzarote la natura ha moltiplicato gli ostacoli: come se non bastasse il terreno accidentato e durissimo, c'è un'estrema scarsità di acqua dolce e gli isolani vanno avanti desalinizzando quella dell'Atlantico. Inoltre non piove quasi mai, la media è di appena 16 giorni all'anno.
Eppure gli intrepidi viticoltori di Lanzarote non si sono arresi e ce la fanno, un'annata dopo l'altra, a coltivare le viti e a ricavarne vini pluripremiati a livello internazionale. Le tecniche sono due: quella tradizionale praticata negli hoyos (buchi) protetti da muretti circolari e quella con le viti disposte nelle zanjas (fosse) a distanza più ravvicinata e dietro muretti lineari. Entrambi i sistemi richiedono una manutenzione costante e una vendemmia eseguita interamente a mano, senza alcun ausilio meccanico, con costi elevatissimi.
Fra le varietà coltivate a Lanzarote le più diffuse sono a bacca bianca come la Malvasia volcanica. Le cantine si chiamano bodegas e sono associate nel Consejo regulador della denominazione di origine. Ogni anno vanno sul mercato più di 2 milioni di bottiglie, vendute a prezzi proporzionati all'alta qualitá e alle difficoltà di produzione.
Credo che niente rappresenti meglio l'eccezionalità dei vigneti e dei viticoltori di Lanzarote del monumento a la Fecundidad dell'artista César Manrique. Si trova a San Bartolomé, nel centro dell'isola, accanto alla Casa museo del Campesino, dedicato all'agricoltura e all'artigianato locale.
La scultura, realizzata assemblando vecchi serbatoi dell'acqua di ancor più vecchi pescherecci, rappresenta un agricoltore in sella a un dromedario; alta 15 metri, domina sulle campagne circostanti, spigolosa come la tenacia, luminosa come il coraggio e gigantesca come la fatica di chi riesce a far fiorire quelle lande di pietre brune, eruttate dalle viscere incandescenti della Terra.
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Blue Lama