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Imprese & Professioni martedì 15 dicembre 2020 ore 07:15

​Digitalizzazione in Italia: perché le PA restano indietro

Il caso cashback dell'App IO e quei server troppo datati



ITALIA — L’Italia è tra gli Stati europei con il più basso tasso di alfabetizzazione digitale: sebbene la maggior parte delle persone, infatti, ha accesso ad Internet, la relazione al mondo digitale è decisamente meno critica, produttiva ed efficace rispetto al resto d’Europa.

Nel paese delle costanti contraddizioni, infatti, predomina ancora il paradosso di disdegnare tutto ciò che porta a code inutili e perdite di tempo e, allo stesso tempo, un immotivato disprezzo per il digitale, considerato pregiudizialmente poco sicuro e incline alle operazioni fraudolente.

Atteggiamento acritico e eccessivamente critico condividono lo stesso approccio irrazionale alle questioni presenti, ed è proprio questo che impedisce la piena alfabetizzazione digitale del nostro paese.

Incentivato dall’Unione Europea, ci sta provando il Governo, attraverso un programma di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, ma la resistenza del pubblico non è così facile da scardinare e vi sono ancora molte operazioni da compiere prima di poter definire il tentativo dell’app IO un vero e proprio successo.

Infatti, come spiegato da Andrea Chiozzi, CEO di PrivacyLab, l’app IO getta delle ottime premesse ma non risolve tutti i problemi della PA.

App IO: le novità positive per la PA

L’app IO, sviluppata dalla società PagoPA, rappresenta un notevole passo in avanti. Si tratta di un’interfaccia in funzione del cittadino che rende accessibile tutti i servizi pubblici (dall’INPS all’Anagrafe comunale, dai comunicati regionali all’Agenzia delle Entrate).

In questo modo si vanno a ridurre significativamente i tanto celebri tempi di attesa della burocrazia italiana: i dati e le richieste effettuate tramite l’app IO possono essere processati direttamente online, eliminando tutti i passaggi formali che gli uffici territoriali invece richiedono.

A ciò si sommano le misure di sicurezza, in linea con i punti previsti dal GDPR (General Data Protection Regulation). Grazie alla registrazione tramite SPID o Carta d’Identità Elettronica, infatti, l’utente può effettuare l’accesso in piena sicurezza.

I dati crittografati e la permanenza ridotta degli stessi nella memoria volatile dell’applicazione tutelano, invece, la privacy del singolo meglio di quanto non facciano altre applicazioni che vengono impiegate quotidianamente, spesso in modo ingenuo. Un esempio? Su tutti WhatsApp e Facebook.

Digitalizzazione delle PA: ancora molta strada da fare

Nonostante la novità introdotta dall’app IO, i passi necessari per la completa digitalizzazione delle PA sono ancora numerosi.

Se ne è avuto una piena dimostrazione quando, con il lancio del programma di cashback, l’app ha registrato non pochi problemi. Questi non sono tanto connessi al funzionamento dell’interfaccia quanto, piuttosto, alla capacità di calcolo dei server della Pubblica Amministrazione, troppo datati per reggere flussi di traffico elevati.

Piuttosto che affidarsi ad un sistema di immagazzinamento dei dati sui server, infatti, la Pubblica Amministrazione dovrebbe rivolgersi al cloud, più veloce, efficiente e sicuro. I cloud AgID, infatti, sono sottoposti a costanti controlli e aggiornamenti dei livelli di sicurezza senza che questo rallenti i processi di elaborazione dei dati.

Dal punto di vista dell’usabilità e della gestione dei servizi, l’app IO ha già segnato uno standard soddisfacente. Tuttavia non bisogna affatto adagiarsi sugli allori e anche l’interfaccia va migliorata per ospitare più funzioni che portino le persone ad avere maggior fiducia nei confronti del digitale e della Pubblica Amministrazione.

In primis si rende necessario pubblicare i dati dei vari dipartimenti della Pubblica Amministrazione e affidarsi a software open source, in modo da garantire la massima trasparenza e combattere lo scetticismo con le sue stesse armi.

La completa digitalizzazione e alfabetizzazione digitale può solo avvenire attraverso la collaborazione tra i singoli cittadini e la Pubblica Amministrazione: se viene meno la fiducia reciproca il processo non potrà che arrestarsi. Ecco perché si rende necessario compiere il primo passo e portare le persone a fidarsi del digitale: trasparenza e sicurezza sono le due parole che tutti vogliono sentire.


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