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giovedì 15 maggio 2025

PAGINE ALLEGRE — il Blog di Gianni Micheli

Gianni Micheli

Diplomato in clarinetto e laureato in Lettere, da sempre insegue molteplici passioni, dalla scena alla scuola, dalla scrivania alla carta stampata, coniugando il piacere della scrittura con le emozioni del confronto con il pubblico, nei panni di attore, musicista, ricercatore, drammaturgo e regista. Dal 2009 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Toscana riversando nella scrittura del quotidiano le trame di un desiderio di comunicazione in cerca dell’umanità dell’oggi, ispirata dalle doti dell’intelligenza, della sensibilità e della ricerca della felicità immateriale.

​Una borraccia olfattiva, grazie

di Gianni Micheli - giovedì 15 maggio 2025 ore 09:00

Da quanti anni medici, terapeuti e salutisti ci ricordano di bere molta acqua? Tanti. Almeno 1,5/2 litri al giorno, per gli adulti. Con l’indicazione, certo, di seguire la sete ma anche di prevenirla, precederla, giocare d’anticipo, favorendo il mantenimento dell’equilibrio idrico. Dicono. E parlano soprattutto a quelle persone che, troppo affaccendate, rischiano di dimenticarsi di essere composte, più o meno, dal 60% di acqua. Acqua un po’ dappertutto, anche nei pensieri.

Dicono. Parlano. Spronano.

Peccato che l’acqua abbia un problema: è insipida. Limpida, se vogliamo, se possiamo. Bella da guardare, da smuovere, da far ondeggiare. Ma senza sapore. Qualità che dovrebbe perfino essere un pregio ma nel nostro tempo, che cerca meraviglie dappertutto, e dove non le trova se l’inventa a suon di miliardi, e di acqua sprecata, che l’acqua sia ancora acqua mette tristezza.

Anzi metteva.

Non sapete la novità? L’intuizione veste i panni della scienza ma ha del genio imprenditoriale ed il merito è tutto del naso. Meglio: dell’olfatto. Ancora meglio: dell’olfatto retronasale. Perché l’acqua passa per la bocca e quello che passa per la bocca rischia di far male quando non fa bene. E il più delle volte, se non è acqua insipida, fa male. Ma dal naso? Che male fa un odore? Un profumo di pesca, di mirtillo, di mojito? Quel sentore da colazione sudamericana, da brunch milanese, da merenda appenninica, da aperitivo veneziano? Niente. Non fa male. Anzi: diverte perché è come un gioco, un gioco per la mente: bere acqua e assaporare qualcosa molto più cool. La bocca beve, l’aria viaggia, il cervello ci casca e l’acqua non è più acqua. Immaginazione vestita da sapore ma senza additivi, zuccheri, coloranti ed altre schifezze.

L’idea spopola - gli unici perplessi, al momento, sembrano i portafogli - e le borracce olfattive iniziano ad entrare nelle case, tra adulti e bambini. Ed il merito è tutto del passaparola, con buona pace di medici, terapeuti e salutisti, anche se c’è chi dice: “è come uscire con qualcuno che ti promette mare e monti, ma poi ti porta al centro commerciale; tu bevi, convinto di stare facendo il pieno di aromi e salute, ma in realtà è il tuo cervello a lavorare come uno stagista sottopagato”.

Certo tutto questo vale solo per chi ha l’acqua. Ma chi ce l’ha tende a dimenticarselo. Ed anche questo è abbastanza triste. E allora? Una borraccia olfattiva, grazie! Al profumo di “Bubble gum”.

[Fonte immagine: Amritanshu Sikdar su Unsplash.com]

Gianni Micheli

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