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Attualità giovedì 02 novembre 2023 ore 18:45

Violenza contro i sanitari, arrivano pulsanti d'allarme e vie di fuga

La Regione stanzia 2,1 milioni per fronteggiare un fenomeno che è diventato emergenza. La prevenzione riguarda anche gli utenti



TOSCANA — Atti di violenza contro gli operatori del sistema sanitario, una vera e propria emergenza. Per questo la Toscana negli ultimi due anni si è mossa definendo precise linee di indirizzo per prevenirli e gestirli. Il fenomeno infatti è ancora troppo diffuso, come confermato dai dati dell’Osservatorio regionale sul rischio aggressioni, con 1.027 atti di violenza (di cui 223 fisica) registrati nei primi sei mesi dell’anno in corso. La giunta regionale, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, ha così deciso di potenziare le misure di prevenzione e stanziato per questo due milioni e centomila euro.

“Si intensifica l’impegno per costruire una cultura della non violenza e del rispetto nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari che, grazie al loro straordinario lavoro, garantiscono cura e tutela della salute e per questo devono poter svolgere il proprio lavoro senza alcun rischio di subire violenze" commentano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l'assessore Bezzini. 

Le misure della delibera

La nuova delibera arriva dopo un percorso di partecipazione e confronto con i rappresentanti sindacali della dirigenza medica e del comparto, gli ordini professionali e i rappresentati per la sicurezza e la prevenzione delle Aziende sanitarie ed ospedaliere e si muove su due linee. Da un lato c’è la cultura del rispetto da promuovere, ma anche la serenità e fiducia nei confronti del personale sanitario e e sociosanitario. Spesso l’ansia che sfocia in aggressione scaturisce quando non sono chiari i tempi e i motivi dell’attesa o quando le persone che attendono non riescono ad avere informazioni sul familiare che si trova all’interno del pronto soccorso. Tra le idee c’è un’app con cui seguire il percorso diagnostico, ma anche semplicemente spiegare come funzionano i codici di priorità di accesso può essere utile. Il progetto prevede dunque l’organizzazione di incontri ed azioni di informazione e comunicazione, banner, poster, brochure e campagne sui social rivolte a cittadini.

Dall’altro lato saranno rafforzate le misure di sicurezza a protezione degli operatori, installando ad esempio nuove telecamere di videosorveglianza all’interno e all’esterno degli edifici sanitari, pulsanti di allarme od emergenza collegati ad una sala di controllo presidiata, dispositivi di controllo degli accessi e dispositivi di emergenza indossabili con cui lanciare l’allarme ed essere geolocalizzati. Attenzione sarà dedicata anche alla progettazione di ‘vie di fuga’, serrature adeguate ed illuminazione. Il personale sanitario e socio-sanitario sarà inoltre formato al riconoscimento precoce e alla gestione di comportamenti potenzialmente aggressivi e violenti. La delibera dà pure indicazione alle aziende ed enti del servizio sanitario regionale affinché delle aggressioni segnalate sia valutata l’eventuale rilevanza penale e, nel caso, procedere con denuncia o querela.

Tramite la rilevazione dell’osservatorio regionale sul rischio aggressioni sono state registrate in Toscana, su circa 55mila operatori del servizio sanitario, 752 aggressioni nel 2020 (561 verbali e 191 fisiche), 817 nel 2021 (591 verbali e 226 fisiche), 1258 nel 2022 (935 verbali e 323 fisiche) e già 1027 (804 verbali e 223 fisiche) nei primi sei mesi del 2023. 


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