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Attualità mercoledì 29 maggio 2024 ore 15:00

In cammino con le greggi verso pascoli più freschi

Sta per aprirsi la stagione della transumanza. L'antica pratica è oggi anche occasione turistica. Le storie di tre pastori toscani



TOSCANA — Anche in Toscana sta per aprirsi la stagione della transumanza, l'antica pratica pastorizia riconosciuta dall'Unesco come Patrimonio culturale immateriale dell’umanità, che oggi diventa anche esperienza turistica e un appuntamento di festa, aggregazione e riscoperta delle tradizioni rurali.

Ne è sicura Coldiretti Toscana, secondo cui la transumanza moderna "Mette in connessione agricoltori, vecchi mestieri, didattica, territorio ed enogastronomia diventando a tutti gli effetti una freccia nell’arco di quel turismo esperienziale che è alla base del successo dell’offerta rurale regionale con 5 milioni di presenze nel 2023". 

“La transumanza è la quinta essenza dell’agricoltura. Le aziende zootecniche hanno compreso le potenzialità turistiche di questa pratica arcaica che rischia di sparire e che per fortuna nella nostra regione resiste grazie all’impegno e passione di tante famiglie di pastori. E’ un’occasione per rianimare i borghi, far vivere ai turisti un’esperienza vera a contatto con la natura e promuovere produzioni di qualità come pecorini, ricotte, yogurt, robiole e gelato. In questo modo la tradizione non va dispersa ma, al contrario, diventa moderna, un’attività redditizia. E’ un modo intelligente per preservarla, comunicarla e tramandarla. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – A minacciare la migrazione stagionale è sempre di più la presenza dei predatori, dalla notte dei tempi compagni discreti dei viaggi dei pastori, ma mai così numerosi e mai così penalizzanti per il settore. Oggi le predazioni sono la principale causa di chiusura delle stalle soprattutto in alcune aree della regione dove le mattanze sono all’ordine del giorno. I predatori non stanno solo facendo chiudere attività economiche che producono economia e valore aggiunto per il territorio ma un patrimonio fatto di cultura, esperienze e tradizioni”.

Ad aprire la stagione delle migrazioni del bestiame sarà Carolina, 31 anni, giovane pastora che partirà dalla Versilia il 2 Giugno con il suo gregge di pecore massesi fino agli alti pascoli di Stazzema, a circa mille metri di altitudine, dove mandrie e greggi resteranno per tutta l’estate. Laureata in scienze agrarie a Pisa, Carolina ha imparato da sola a prendersi cura del suo gregge partendo con quaranta capi per arrivare via via oggi ad averne oltre 100. Il suo viaggio inizierà la mattina presto dalla stalla in pianura, a Pietrasanta, transitando poi per località Ruosina e Terrinca, nell’Alta Versilia, dove ad accogliere l’arrivo del gregge ci saranno anche balli popolari e folklore. E da lì che i turisti e curiosi potranno aggregarsi per incamminarsi tutti insieme verso l’alpeggio di Pian di Lago per una passeggiata di circa 1 ora, che terminerà con un pranzo in agriturismo.

Poi sarà il turno di Daniela Pagliai che guiderà la sua mandria di bovini verso la Valle del Libro Aperto. Figlia e nipote di pastori così come il marito Valter, mettono insieme sei generazioni di pastori. Il loro viaggio, perché a muoversi è tutta la famiglia, inizia intorno alla prima settimana di giugno dalla località Il Melo di Cutigliano, a circa 1.000 metri di altitudine per terminare alla malga, nell’Anfiteatro del Paradiso, ai piedi della cima Tauffi a circa 1300 metri di altitudine. Per Daniela sarà il 42 esimo viaggio. “E’ una festa. Si aggregano tante famiglie ed amici. La camminata dura circa 2-3 ore attraversando campi e pascoli. – racconta Daniela – La mia prima transumanza risale all’età di 6 anni. I miei genitori non sapevano a chi lasciarmi ed allora mi portarono con loro. Stavo in coda al gregge. E’ durante una delle transumanze, quando avevo 18 anni, che ho conosciuto mio marito. La nostra famiglia nasce nell’alpeggio”.

Tra coloro che tengono viva questa tradizione c'è anche  Giancarlo Boschetti, 57 anni, che si definisce pastore "all’antica". Non ha ceduto, e non intende farlo, alla tecnologia: munge ancora a mano e lavora il latte a crudo come una volta nei paoli di rame. Un po’ pastore, un po’ eremita, Giancarlo partirà intorno alla prima settimana di luglio per il Parco dei Cento Laghi nella Valditacca sul versante parmense percorrendo circa 30 km in un paio di giorni. Il suo tesoro è rappresentato da 200 pecore nere massesi e 30 capre. “Avevo dieci anni quando ho percorso la mia prima transumanza insieme a mio padre. Per 45 anni abbiamo camminato fianco a fianco. – racconta Boschetti – Dormo dentro una roulotte per quasi 4 mesi. Il nostro tempo lassù è scandito dalla natura. Vivo per questo mestiere: è la mia vita. Non la cambierei mai”.


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