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Attualità venerdì 09 aprile 2021 ore 12:39

Impianti sciistici, ristori per mancati guadagni

Le Regioni hanno inviato al Governo la proposta di suddividere i ristori del decreto "Sostegni" per mancati guadagni e non per presenze turistiche



FIRENZE — Ammontano a 430 milioni di euro i ristori per le zone sciistiche chiuse per l'emergenza Covid e le Regioni e province autonome hanno inviato una proposta al Governo per la modifica del decreto legge “Sostegni” per modificare il criterio di ripartizione.

Il decreto originario del governo avrebbe favorito le realtà alpine con il criterio di ripartizione esclusivo sulle presenze turistiche. Non ricomprendeva neppure tutti i comuni montani appartenenti a comprensori sciistici o con sede di impianto e non consentiva un effettivo ed equilibrato riparto delle risorse ai gestori degli impianti a fune e delle imprese.

La proposta unanime delle Regioni prevede invece ristori agli impianti di risalita che saranno calcolati tenendo conto dei principi alla base dell’esperienza francese e di altri paesi, la quale peraltro ha già ottenuto l’autorizzazione da Bruxelles, dove l’indennizzo è correlato ai mancati guadagni dell’attuale stagione rispetto alle due migliori del triennio. L’indicazione è che questi ristori siano liquidati dal Governo, assieme a 40 milioni di contributi a favore dei maestri di sci.

Per i 230 milioni destinati alle attività commerciali e turistiche, la metà riservati alle Province autonome, le Regioni propongono invece che siano loro stesse ad occuparsi delle distribuzione, anziché i Comuni (spesso troppo piccoli e con strutture non adeguate). Inoltre chiedono per questo ultimo punto un ulteriore stanziamento di cento milioni.

“C’è stato un dibattito molto intenso all’interno della commissione turismo tra gli assessori delle Regioni italiane – commenta l’assessore Leonardo Marras – e sono soddisfatto per l’esito, affatto scontato”. “Gli operatori del settore – ricostruisce - avevano denunciato un effetto distorsivo della norma così come era stata scritta nel decreto e la maturità delle Regioni maggiormente favorite ha permesso di trovare una intesa positiva”.

“Le imprese della montagna hanno visto totalmente azzerati i ricavi, in una stagione che avrebbe permesso invece durata e opportunità che difficilmente si ricordano negli scorsi anni per la presenza abbondante di neve – prosegue Marras - Anzi, in qualche caso hanno dovuto subire pure la violenza della tempesta e riparare poi anche quei danni”. “La proposta di modifica che abbiamo presentato – conclude - costituisce un passo significativo per provare ad andare avanti: ora dobbiamo monitorare la ripartizione regionale e impegnarsi affinché queste risorse siano a disposizione delle imprese il prima possibile”.

Il documento è stato inviato all’attenzione del ministro al turismo, affinché se ne tenga conto in sede di conversione del decreto legge n. 41 del 22 marzo scorso.


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