Attualità

Non autosufficienza, 25 milioni per l'assistenza a casa

I fondi arrivano dal Fondo sociale europeo e per la loro assegnazione la Regione ha attivato un bando rivolto a progetti di cura domiciliare

Oltre 25 milioni di euro per interventi a sostegno dei servizi di cura domiciliare rivolti a persone non autosufficienti o con forte limitazione dell’autonomia: è questo il contenuto del bando che è stato pubblicato sul Burt, il Bollettino ufficiale della Regione Toscana, utilizzando risorse del Fondo sociale europeo nella programmazione 2021-2027.

I beneficiari delle risorse sono Società della salute o, nei territori in cui non sono presenti, le Conferenze dei sindaci. I progetti dovranno essere presentati entro il 9 Febbraio 2024 e le azioni previste avranno una durata triennale.

Quattro le linee d'intervento alla base dei progetti finanziabili: 

Tutti gli interventi verranno realizzati sulla base di piani individualizzati.

"Un sostegno alla qualità della vita delle persone"

“Queste risorse rappresentano un importante sostegno per la qualità della vita di queste persone, delle loro famiglie e dei caregiver nel supporto al carico di cura”, ha evidenziato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

“Gli interventi messi a bando, finanziati con la nuova programmazione del Fondo sociale europeo - ha aggiunto l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli - permettono di sostenere azioni di continuità assistenziale dopo le dimissioni ospedaliere, oppure consentono a persone non autosufficienti o a rischio di non autosufficienza, anziane o con disabilità, di essere seguite a domicilio, potendo così restare nell’ambito familiare e nel proprio contesto di vita”.

“Si tratta – ha proseguito - di uno strumento che mette insieme alcuni dei principi di fondo della nostra idea di welfare. Per esempio che l’assistenza debba essere personalizzata, coordinata e continuativa, con piani individualizzati definiti tenendo al centro le persone e coordinati all’interno dell'intero sistema dei servizi sociali e sanitari".

"In continuità con le linee della precedente programmazione si mantengono principi cardine come la presa in carico integrata, il ruolo centrale delle zone-distretto come ambiti territoriali di riferimento, l'aspetto della co-progettazione degli interventi con i soggetti del terzo settore. Con alcune innovazioni, tra cui quella relativa alla durata dei progetti, estesa da due a tre anni per garantire una maggiore continuità e dare più solidità alla programmazione da parte dei servizi sociosanitari territoriali".